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    Il tesoro degli scavi di Pompei ecco tutto quello che devi sapere

    Camminare tra le strade antiche, le case, i negozi e i templi di Pompei sepolta dal vulcano Vesuvio nel 79 d.C. è come fare un viaggio nel tempo. Pompei è un patrimonio dell'umanità dell'UNESCO e rappresenta una testimonianza importante della vita romana nell'antichità.

    Uno dei motivi per addentrarsi tra le vie di Pompei, è quello di lasciarsi guidare dalle tracce preesistenti e immergersi nelle rovine di una civiltà che ha lasciato qui uno dei suoi segni più evidenti.

    La città si trova in Campania, a poca distanza da Napoli, importantissima perché rappresenta un fondamentale anello di congiunzione tra storia antica e storia moderna, un esempio di come una civiltà così remota come quella romana, può ancora essere visibile sotto i nostri occhi, portandovi davanti allo sguardo una realtà che un semplice libro di storia non potrebbe mai raccontare con quell’emozione e quella semplicità, non con lo stesso pathos che possiamo rivivere sulla nostra pelle man mano che ci addentriamo nelle profondità di questa prova di antico splendore.

    La città presenta una vasta ricchezza archeologica, tra scavi, itinerari antichi e ruderi che incantano e stupiscono per il loro splendore a distanza di così tanti secoli, mantenendo intatto il loro valore.

    Poche città come Pompei possono avvalersi di una fama così grande e diffusa, grazie alle sue caratteristiche architettoniche e alle sue scoperte archeologiche che ne fanno un modello di turismo senza eguali dal punto di vista di reperti antichi e antichi siti di scavi.

    Quindi il punto obbligatorio attraverso cui passare  per iniziare ad esplorare questa grande città, sicuramente è la zona degli scavi, per poi rivolgerci altrove, come ai magnifici anfiteatri, alle terme e alle vie dense di antichità e arte.

    Storia di Pompei prima e dopo

    Pompei  ha una storia antica pari a quella di Roma, anche se si può parlare di vera e propria urbanizzazione quando si trasforma in un crocevia di commerci, diventando una città più ricca e viva, sempre al centro di scambi data la sua posizione, forte di un rapido sviluppo e per questo importante e famosa, inoltre si pensa che in questa città sia nato il famoso poeta Lucrezio, l’autore del De Rerum Natura. Pompei tuttavia  perde tutto il suo valore tragicamente, dopo l’eruzione catastrofica che chiuderà la prima fase di Pompei.

    Grazie al Santuario della Beata Vergine del Rosario, Pompei ha potuto risorgere una seconda volta: grazie a questo santuario del 1891, un nuovo pellegrinaggio ha visto Pompei recuperare parte dell’attrazione che tanto manifestava in un’epoca lontana, rafforzata anche dalla presenza dei Pink Floyd per il loro live del 1972.

    Nonostante questo e la presenza fissa di milioni e milioni di turisti ogni anno, solo alcuni anni fa, nel 2004, è stata ufficialmente riconosciuta come città dal Presidente della Repubblica Ciampi.

    P.S. Per visitare al meglio Pompei ti consigliamo di prenotare questo tour (2h circa) con tanto di archeologo e biglietto saltalafila.

    Il Vesuvio

    Nel 79 a.c, quella che da tutti era creduta solo una montana, si rivelò un temibile vulcano, e con ceneri e lapilli il Vesuvio fece scomparire Pompei sotto metri e metri di cenere, lapilli e materiale vulcanico, seppellendo la città stessa con la maggior parte delle case e dei suoi abitanti.

    Nonostante la tragedia, si può comunque trovare un elemento positivo, intatti grazie alla cenere e ai sedimenti dovuti all’eruzione, durante i primi scavi archeologici si notò come tutti quei materiali avessero conservato ogni cosa allo stato di  allora, mantenendo inalterate persino le persone, ed interi edifici, permettendo così di avvicinarci a tracce mai così nitide prima di allora, della civiltà romana.

    Plino il Vecchio e Plinio il Giovane

    Tutte le informazioni riguardanti l’eruzione del Vesuvio sono riportate in una lettera scritta da Plinio il Giovane, nipote di Plinio il Vecchio, in cui racconta a Tacito come sono si sono svolti i fatti e di come lo zio stesso sia morto insieme alla città. Nel 62 infatti, si era verificato un forte terremoto che aveva causato la distruzione di parte della città e durante l 79 i lavori ancora procedevano quando il 24 agosto di quello stesso, Plinio il Vecchio vide una strana massa scusa, come una nuvola, levarsi dal camino del Vesuvio, e subito dopo l’uomo decise di avvicinarsi per osservare meglio il fenomeno.

    Mentre si trovava vicino alla costa a bordo della nave, un’improvvisa richiesta di aiuto da parte della moglie di un amico lo spinge a raggiungere la città, mettendo così a repentaglio la propria vita, mentre pomici, lapilli e gas ormai avvolgevano la città come un manto, soffocando e ricoprendo tutto come neve grigia.

    Purtroppo, anche Plinio il Vecchio morì soffocato dai gas, al contrario di suoi nipote il Giovane che scelse di non andare per dedicarsi ai suoi studi. Oltre alla città di Pompei, anche Ercolano e Stabbia furono colpite dalla sciagura, ma è davvero incredibile notare come da quel secolo fino all’800, grazie ai lapilli e ai gas, tutto si sia conservato come ad un museo delle cere, mantenendo inalterato ogni dettaglio fisico del luogo.

    Le antiche ville romane di Pompei

    Dopo il grande disastro causato dall’eruzione del vulcano e la cenere e il materiale vulcanico che successivamente hanno sommerso la città, durante i primi scavi dell’età moderna, sono tornate alla luce antiche case romane e  case nobili, le cosiddette “ville” romane che ancora oggi mantengo inalterato il loro fascino e la loro bellezza.

    E’ possibile rintracciare queste caratteristiche osservando da vicino la Villa dei Misteri, un edificio che racchiude al suo interno vivaci resti di pittura ancora con gli stessi colori vivi e brillanti di allora, una costruzione che si snoda attraverso più sale e un grande giardino pensile.

    Il suo nome caratteristico è imputabile al tema di alcuni dipinti, che farebbe riferimento ai Misteri Dionisiaci, infatti il culto del dio Dioniso era molto in voga  presso i romani, sebbene fosse ritenuto molto pericoloso per la sua particolare dose di follia ed euforia che accompagnava le processioni e i cortei che si tenevano in onore del Dio.

    Sulle mura è possibile esaminare molti episodi legati a questi riti mistici e misteriosi, come quella che ritrae una baccante nuda mentre  danza in onore del dio oppure quella di una giovane che sta per essere sottoposta alla sua iniziazione come baccante.

    I dipinti delle case

    Oltre a queste “ville” si possono inoltre osservare le “case”, come la Casa del Fauno, edificio  risalente al II secolo a.c,  così chiamata per la statua del fauno posta all’interno di questa abitazione. La struttura non solo ospita ancora esempi significativi di scultura e architettura, come per le colonne in tufo ancora presenti, ma anche motivi ornamentali  di valore inestimabile dal punto di vista artistico. Basti pensare ai suoi mosaici e alla pavimentazione.

    Come per le ville anche le case presentano una struttura complessa arricchita da numerosi colonnati e giardini. Analogo l’esempio della Casa dei Vettii, molto rinomata per i suoi affreschi,  tonalità cromatiche che avvolgono i turisti e acuiscono lo splendore delle mura.

    La struttura  dell’edificio è molto semplice, in quanto un ambiente è destinato ai padroni della dimora, mentre un secondo ambiente è destinato alla servitù, il tutto arricchito da uno spazio rivolto alle divinità protettrici del focolare, i Lari.

    Tra il sacro e il profano

    Dato la grande religiosità dell’epoca antica e il culto degli dei, è naturale la forte presenza di templi dedicati alle varie divinità, come ad esempio il tempio della Fortuna o quello di Giove, con particolare attenzione per il tempi di Iside,  insolito dal momento che ripropone il culto della dea egizia anziché come consuetudine, quello di una dea romana. Però ci sono anche altri aspetti delle civiltà antiche da approfondire.

    Ancora oggi possiamo osservare le lupanare, l’edificio dedicato al piacere sessuale in voga all’epoca, così chiamato dal momento che Lupa altro non è che l’appellativo riservato alle prostitute.

    Solo nella città di Pompei rintracciamo più di 20 lupanari, spesso connessi con taverne o tavole calde, monolocali per la maggior parte, anche se  esiste un edificio unico, dedicato unicamente alla soddisfazione dei piaceri, con molte stanze e varie raffigurazioni, sia le varie posizioni potenzialmente volute dal cliente, sia annotazioni per tariffe, pagamenti e nomi di clienti e prostitute.

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