Chi si reca in visita a Palermo non dovrebbe perdere la visita di questo straordinario luogo, macabro ma ricco di gran fascino.
Oggi le Catacombe di Palermo note come Catacombe dei Cappuccini, in realtà si trattava del “cimitero” creato dai frati nei sotterranei della Chiesa di Santa Maria della Pace.
Le Catacombe dei Cappuccini sono un complesso di grande interesse e sorge nel quartiere Cuba, per la precisione in Via Pindemonte ed è visitabile tutti i giorni dalle 9 alle 12 ed il pomeriggio dalle 15 alle 17:30 (qui trovi gli orari).
Ancora oggi questo edificio sacro è custodito dai frati, che per effettuare questa particolare visita non fanno pagare un biglietto d’ingresso ma chiedono solo un’offerta.
Come nascono le Catacombe di Palermo?
I frati Cappuccini giunsero a Palermo nel 1534 e fu affidata loro una piccola cappella intitolata a Santa Maria della Pace. Alcuni anni dopo decisero di rifare completamente la chiesa ed aggiunsero il convento, ma intanto cominciò il rito della sepoltura al di sotto della chiesa, in una fossa comune dove venivano accatastati gli uni sugli altri i corpi dei frati.
Trascorsi gli anni decisero di riaprire la fossa comune per offrire una migliore sepoltura ai confratelli e con gran stupore nessun cattivo odore proveniva da tale luogo ed i corpi si ritrovarono integri, con tanto di capelli e barba.
Tale fatto convinse i frati a creare una serie di stanze sotterranee dove imbalsamare e conservare al meglio il corpo dei confratelli. Di lì a pochi anni anche i nobili vollero essere mummificati per “sconfiggere” la morte e in tre secoli vennero collezionati oltre 8.000 corpi.
La visita alle Catacombe di Palermo
La visita alle Catacombe di Palermo comincia scendendo nei sotterranei della Chiesa e si sconsiglia di intraprendere questo viaggio nel mondo dell’aldilà se si è facilmente impressionabili.. in quanto ciò che si vedrà lascerà davvero a bocca aperta!
I corpi sono tutti sistemati seguendo una certa logica: da un lato ci sono tutte le donne con i loro abiti più belli, una parte è riservata ai nobili, in una stanza ci sono tutti gli appartenenti ai ceti più bassi e così via.
Lo straordinario stato di conservazione di questi corpi e dei loro abiti permette di fare un viaggio in tre secoli di storia, scrutando le mode dell’epoca. Si possono apprezzare delle divise di militari, gli stupendi abiti femminili, alcuni ancora con guanti, calze ricamate e stivaletti, i paramenti raffinati degli alti prelati.
Il primo corpo ad essere mummificato fu quello di frate Silvestro da Gubbio (lo si vede anche nel video) che è il primo sulla sinistra non appena oltrepassato l’ingresso: era il 1599!
E’ possibile vedere anche la stanza dove i corpi venivano lasciati ad asciugarsi e in cui un cadavere si trova ancora sopra al colatoio.
Come si faceva l’imbalsamazione?
Ma come si procedeva all’imbalsamazione nelle catacombe? I corpi esanimi venivano adagiati in una stanza apposita dove venivano privati degli organi interni; qui rimanevano per 8 mesi – 1 anno, per dare modo al corpo di perdere tutti i liquidi corporei ed asciugarsi.
Una volta trascorso questo periodo i corpi venivano puliti con acqua e aceto, oppure nei periodi di pestilenze ed epidemie venivano immersi in arsenico o in acqua di calce. In seguito i corpi venivano riempiti con paglia, quindi rivestiti con le loro sontuose vesti ed esposti per dar modo ai loro cari di venir qui a far loro visita.
I familiari vi si recavano per parlare col defunto, addirittura attraverso degli scritti storici si è venuti a conoscenza di alcune persone che venivano a mangiare in questo luogo per godere della compagnia del caro estinto.
Col passare dei secoli la tecnica per far rimanere i corpi il più integro possibile si raffinò sempre più, arrivando al punto di utilizzare delle miscele chimiche per agevolare la mummificazione, che già avveniva in condizioni naturali.
L’apice si raggiunse nel 1920 quando il professor Alfredo Salafia fece delle iniezioni di sostanze, per molti anni sconosciute, al piccolo corpo di Rosalia Lombardo, bimba morta all’età di due anni.
Dopo quasi 100 anni il corpo è perfettamente conservato e dà l’idea che stia dormendo, tanto si è conservato bene.
Il viso appare ancora bello tondo e per nulla scarno, i capelli sono tutti perfettamente conservati… nulla fa pensare ad un corpo esanime, tant’è che è stata soprannominata “la bella addormentata”.
Nel 2009 degli scienziati intenti da molti anni a studiare gli appunti del professor Salafia, finalmente riuscirono a scoprire da cosa era composto il mix di sostanze chimiche iniettate nel corpo di Rosalia!
A onor del vero c’è da dire che per conservare ancora meglio il corpo della piccola da alcuni anni è stato sistemato in una bara di acciaio, ermetica e riempita di azoto, per bloccare qualsiasi processo di decomposizione.
Oggi questa piccola teca è visibile all’interno della Chiesa ed attira numerosi turisti da ogni parte d’Italia.