È in atto un progetto di valorizzazione dei luoghi meno conosciuti del nostro Paese. Per anni c’è stata la corsa alla scoperta di posti esotici e caratteristici da visitare, ignorando che nel Belpaese di luoghi di questo tipo ce ne fossero… eccome.
È anche in quest’ottica che nell’ultimo decennio Rimini, la capitale del turismo “di massa” – conosciuta in tutta Europa per spiagge, mare e divertimento – si sia lanciata nella scoperta e nella valorizzazione del suo cuore romano.
Rimini fondata dai romani nel 268 a.C.
Rimini è infatti una città fondata dai romani, nel 268 a.C. Ariminum, questo il suo nome, era uno dei centri più importanti della Repubblica, basti pensare che due importanti strade consolari passassero da qui: la via Flaminia che collegava Roma a Rimini (all’arco d’Augusto) e la via Emilia che partendo dal Ponte di Tiberio e arrivava sino a Piacenza.
L’Arco d’Augusto e il ponte di Tiberio oltre ad essere – rispettivamente – fine e inizio delle due “consolari” sono anche i due simboli più importanti della romanità di Rimini.
L’arco d’Augusto il più antico nell’Italia settentrionale
L’Arco d’Augusto è l’arco più antico e meglio conservato nell’Italia settentrionale. Risale al 27 a.C. e venne costruito per essere la porta onoraria dell’ingresso alla città. A volerlo fu il Senato con l’obiettivo di celebrare la figura di Ottaviano Augusto.
L’Arco si inseriva in una cinta muraria più ampia di cui oggi rimane ben poco: solo dei blocchi di pietra visibili nel parco adiacente al monumento. Due guerre mondiali hanno fatto il resto.
Il Ponte di Tiberio
Il Ponte di Tiberio sovrasta il fiume Marecchia (il fiume noto agli antichi come Ariminus) intorno al quale sorse il primo insediamento romano.
Collega il centro storico della città con Borgo San Giuliano, un vecchio borgo di pescatori che oggi è diventato uno dei luoghi più suggestivi della città. Il ponte viene attribuito a Tiberio perché è con lui che terminarono i lavori nel 14 d.C., ma l’opera era stata voluta dallo stesso Augusto.
È costruito con pietra d’Istria e si sviluppa lungo cinque arcate che poggiano su dei piloni disposti in obliquo rispetto all’asse del ponte; una struttura pensata per assecondare l’acqua e la corrente del fiume. Terminato nel 14 d.C. ha da poco compiuto i suoi primi 2mila anni ed è uno dei meglio conservati del nostro Paese.
Rimini, la storia di Ariminum
Ma torniamo un po’ indietro, quando all’atto della fondazione il Senato di Roma mandò 6mila coloni a impiantare questo nuovo insediamento che solo nel 90 a.C. divenne municipium.
La città di allora con il foro (oggi piazza Tre Martiri), il cardo maximus (le vie Garibaldi e IV Novembre) e il decumanus maximus (corso d’Augusto) e i monumenti del trionfo (Arco d’Augusto e Ponte di Tiberio) è ancora presente e ben conservata.
Ariminum vantava anche la presenza di un anfiteatro. Di questo circo oggi rimane ben poco, in parte coperto da edifici religiosi che vi sono stati costruiti sopra. E dire che era bello grande e imponente, dato che poteva ospitare oltre a 12mila spettatori e gare di gladiatori in grande stile.
La Domus del Chirurgo
Ma l’ultima e forse più suggestiva scoperta della romanità di Rimini è da attribuirsi alla Domus del Chirurgo. La casa di un uomo che esercitò la sua professione di medico e farmacista nel III secolo d.C.. Questo importante ritrovamento archeologico ha regalato alla città non solo i muri della casa ma anche 150 strumenti del mestiere che oggi sono conservati nel vicino Museo della Città.
La Domus del Chirurgo è una casa di 700 mq – nel giardino di Piazza Ferrari – ed è valorizzata da mura di vetro e passerelle trasparenti che permettono di goderne della bellezza anche da fuori. Dentro, invece, è un trionfo di mosaici e pietre vive.
Tour di Rimini 3 consigli
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